Sottotitolo: week-end con Camilla.
6 giorni dopo la laurea (24/4/19), mia figlia è partita immediatamente per un tour di lavoro: Austria, Francia, Spagna, Scozia…. oggi la imbarco sull’ennesimo volo per la Germania. Tra un’andata e un ritorno, sono riuscita ad incastrare un piccolo giro per noi: bellissimo, appagante, rigenerante. Ve lo propongo come “fuga” estemporanea, perchè, anche se i giorni a disposizione sono pochi, si possono raggiungere luoghi bellissimi e godersela un po’. Milano/Hyeres/Porquerolles/St. Tropez/Nizza/Sanremo/Milano e in mezzo, tante micro tappe.
Day 1: Milano/Hyeres
Perchè Hyeres? Perchè tantissimi anni fa sono stata a Porquerolles, ma mia figlia no e, volevo farle vedere questa piccola perla. Inoltre, avevo voglia di un mare vero, pulito, trasparente, uno di quelli che in un attimo ti fanno credere ci siano ancora speranze per questo pianeta. Fuori dai soliti canoni e un po’ inusuale. Il viaggio è abbastanza lungo, per fortuna dopo la frontiera il primo autogrill francese vi regala Sturbucks, nel secondo potete smangiucchiare qualcosa: gli autogrill francesi sono strapieni di prodotti sani e buonissimi. Facendo un’unica tirata fino a Hyeres, siamo arrivate la sera e la mattina dopo eravamo già pronte per imbarcarci. Abbiamo dormito in un Ibis, in centro, stanza grande, pulita, colazione discreta. Per una notte va bene, a noi serviva solo come punto d’appoggio.
Day 2: Hyeres/Porquerolles/St. Tropez
Dopo colazione siamo andate a Giens per imbarcarci sul traghetto: il tratto è breve. Solo venti minuti di navigazione tranquilla. I traghetti salpano ogni mezz’ora, per cui difficilmente troverete caos. Porquerolles si visita rigorosamente a piedi o in bicicletta, quindi appena sbarcare al porto, ci siamo incamminate verso Plage Notre Dame. Spalle al porto, svoltate a sinistra. Le segnalazioni sono ben fatte, l’ufficio informazioni è utile e ben gestito, la strada è unica e si divide solo per gli accessi ad altre piccole insenature. Ho scelto quella spiaggia in particolare perchè è l’emblema di Porquerolles. Caraibica, selvaggia, spaziosa. Il mare è basso, freddo, di una bellezza commovente. Le foto le ho fatte con l’Iphone, chiedo venia, ma non volevo portare le fotocamere a spasso per l’isola :)
Il cielo blu pieno di gabbiani, la temperatura perfetta e tutte le sfumature degli azzurri, hanno fatto il miracolo: mente vuota e modalità relax inserita. Porquerolles non è solo spiagge meravigliose, ma anche un piccolo borgo con dei locali carini dove fermarsi per un acquisto o per rifocillarsi. Il caso vuole che dove ci siamo fermate a bere, il responsabile del locale fosse un ragazzo di Monza…. che naturalmente non si è pentito di aver scelto l’isola al posto della umida e grigina Lombardia :)
Dopo la giornata di sole, vento, aria, nuotate e passeggiate (circa 20.000 passi per la gioia della mia app), siamo rientrate sulla terra ferma e preso la direzione St. Tropez.
Da Giens a St. Tropez ci vuole poco più di un’ora, se si segue la strada lineare. Se invece è la prima volta che frequentate la zona, allora vi consiglio di fare una tappa a La Londe-les-Maures e godervi Plage de l’Argentiere, Plage du Pellegrin e L’Estagnol. Spiagge particolarmente belle, ben servite e organizzate, ad ogni modo, sino a St Tropez è un susseguirsi di calette dove troverete mare superbo e tranquillità. Naturalmente anche piccolo villaggi caratteristici e strade che difficilmente dimenticherete. E’ zona di vini e vi accorgerete che i vari Domaine, arrivano quasi sino al mare. E il rosè che offrono è davvero buono.
L’arrivo a St. Tropez cambia la prospettiva: è una delle mie località preferite. Mondana quanto basta, divertente, tenuta benissimo, organizzata e spesso eccessiva. Ma anche ricca di suggestione e angoli di vera pace. Molto molto francese St. Tropez mi coinvolge sempre. Al di la dei tantissimi negozi e dell’offerta gastronomica, secondo me si distingue per il carattere elegante e allo stesso tempo informale. E’ cara? Neanche troppo. Direi ne più ne meno di altre città con la stessa fama. Ad esempio: Porto Cervo, mi piace meno e la trovo più cara della perla francese. I costi per i pernottamenti sono per tutte le tasche, naturalmente in centro si spende più che magari fuori città, ma ne vale comunque la pena. Noi siamo state in un posto meraviglioso, il White 1921 .
Solo 8 camere, tutte differenti, tutte caratterizzate da spazi, eleganza, bianco… Stefania, che abbiamo amato sin da subito, ci ha omaggiato un upgrade alla camera numero 7: mansarda vista Place des Lices. E’ stato amore a prima vista. L’hotel è a pochissimi minuti a piedi dal porto, per cui dalla “movida tropezienne”, in una posizione tranquillissima e praticamente di fronte a Pablò, uno dei migliori ristoranti di St Trop, che sta dall’altra parte della piazza. In mezzo: verde, panchine e spazi per giocare a la pétanque (le bocce). Tutti ci giocano: la sera ho visto ragazzi – che da noi sarebbero incollati ai telefonini o alla tv – scendere in piazza e sfidarsi alle bocce. Una vera gioia per gli occhi. Ma tornando al White 1921: impeccabile, indulgente, caratteristico. Una villa bianca dal tetto spiovente in ardesia, molto francese, fa parte del circuito LVMH, l’attenzione ai dettagli si legge in ogni angolo, la professionalità di chi ci lavora, è stata per noi una garanzia. Il bar del White 1921 è rinomato e la sera c’è un discreto movimento, ma i clienti del piccolo hotel sono ben tutelati. Ci siamo fatti consigliare per la cena e Pablò è diventato immediatamente il nostro luogo del cuore. Un locale bellissimo, delle proposte variegate che mischiano tapas spagnole e piatti francesi. Siamo entrate per un’aperitivo e siamo uscite dopo una cena più che meritevole (no, non è messicano come scrivono sulle varie pagine web, molto più mediterraneo….). St Trop è una bomboniera tutta da scoprire, ci sono angoli suggestivi che si aprono su calette tranquille. Bar dove bere un pastis bordo mare, il porto che brulica di personaggi “unconventional”, gli yacht immensi, le piccole barche, i negozi, la famosa spiaggia Pampelonne tanto amata da Brigitte Bardot, che tra le altre cose ha portato St Trop a diventare la prima città vegana francese: infatti la maggior parte dei ristoranti di Saint-Tropez propone un piatto o addirittura un intero menu vegano.
Day 3: St. Tropez/Nizza/Sanremo
Dopo una notte rigenerante al White 1921 (letto comodissimo e camera freschissima), siamo uscite presto per goderci ancora un pochino St. Trop, per fare colazione, mangiare una baby tarte tropezienne, fare qualche acquisto, gustarci ancora l’aria frizzante della città, poi nel pomeriggio ci siamo spostate verso Nizza. Ma prendendola proprio con tranquillità: seguire la costa, è sicuramente lunga come strada, ma si godono Sainte-Maxime, si ammira il rosso massiccio Estérel e il tratto di costa così contrastante che obbliga a una tappa fotografica, poi si fa una tappa nella baia di Agay, tranquilla, spaziosa, rasserenante. C’è un posticino proprio al centro, di fronte al mare, fanno dei buonissimi croque monsieur e delle brochette davvero golose. Non mi ricordo il nome, ma c’è solo quello :) Lungo la strada, volendo si attraverserebbe anche Cannes, ma in questo caso, visto che la conosco molto bene, ho evitato e sono saltata direttamente a Nizza. Destinazione Vieille Ville: Marché aux fleur in Cours Saleya. Nonostante ci sia stata decine di volte, questo mercato e tutta la zona della vecchia Nizza, mi rapiscono sempre il cuore. Devo però ammettere che negli anni, è un po’ meno attraente e non troppo curato. Un vero peccato, Nizza è una perla, forse troppo turistica, andrebbe tutelata un po’ meglio. Ma questo è un parere personale. Ad ogni modo, il blu e l’azzurro ci hanno seguito sino a qui. Purtroppo dopo Monaco, tutto cambia. Vi regalo qualche extra, che io non ho fatto in questo mini viaggio, ma se non avete mai frequentato la Côtè, vi consiglio di mettete in agenda, basta una giornata in più, o anche mezza: Saint-Paul de Vence, un piccolo e romantico villaggio medievale abbarbicato sulla montagna, Èze, il pittoresco villaggio più piccolo della Costa Azzurra: un vero gioiello, fermandovi qui, troverete anche la nota profumeria Fragonard: sembra molto turistico, invece è un luogo talmente speciale che almeno una volta va visitato. Monaco/Montecarlo: colpisce sempre. Menton, l’ultima chicca prima di tornare in Italia, merita la visita. E’ molto folkloristica, immediata, con delle magnifiche serre e la Promenade du soleil, che non è come quella di Nizza, ma è sempre una bella passeggiata. Next stop: Italia
Alla sera del terzo giorno siamo arrivate a Sanremo. Volevo chiudere in bellezza questo tour e ho prenotato al Miramare The Palace, prima di tutto perchè volevo ammirarlo dopo la ristrutturazione, che ha mantenuto inalterato il superbo stile liberty a me tanto caro, trasformando questo hotel in una vera e propria icona di storia ed eleganza, poi, curiosa di assaggiare i piatti dello Chef Manuel Marchetta del Ristorante Mimosa, la zona golosa dell’Hotel.
Il Miramare The Palace ti abbaglia, bianco puro ovunque, entri e ti affacci sulla bellissima piscina che, a sua volta si affaccia sulla spiaggia. Per un continuo di bianco e blu. I colori della zona living sono blu, rosso e grigio per il ristorante, nelle suite si mantengono colori e stile. La nostra, immensa, era una suite angolare, piena di luce. Essenziale, incredibile. La cortesia e professionalità di tutto il personale è impeccabile, si respira nell’aria la volontà d tutti di rendere il cliente la persona più coccolata del pianeta. Senza ostentazione, che mi pare importante. L’hotel ha un accesso diretto al lungomare, da li farsi una bella passeggiata sino in centro a Sanremo è solo questione di “voglia di camminare”. Comunque in meno di dieci minuti si è di fronte al famoso Casinò.
Ma parliamo del Ristorante Mimosa e del suo bravissimo chef. Intanto è importante sapere che il Ristorante è aperto anche a chi non è cliente dell’Hotel, per cui, se siete a Sanremo o di passaggio, vi consiglio di prenotare per gustare dei piatti che difficilmente si dimenticano. Dopo un entrée [tante piccole tapas di altissimo livello] e il benvenuto dello chef, una tartare di ricciola si marmellata di pomodoro, abbiamo assaggiato: Risotto carnaroli “Riserva San Massimo” fave, salsa americana e totani – Fusilli al “mimosa” bottarga e palamita – Baccalà agrumi e asparagi – Palamita, insalata liquida al pistacchio e virgin mary. Purtroppo non ho delle foto dignitose, cena tranquilla, niente fotocamera ecc ecc, ma sulla gallery del Ristorante, potete ammirare i piatti meravigliosi dello Chef Marchetta e garantisco non sono solo piacevoli per gli occhi. Una cena ottima, equilibrata, gestita con attenzione. Non una sbavatura, non un problema. Ah, dimenticavo…. la piccola pasticceria a fine pasto…. ancora sento la mousse al basilico che esplode contro le mie papille. Molto molto bravi! Mi ha fatto anche tanto piacere conoscere poi Manuel Marchetta personalmente, Lo Chef mi ha raccontato dei suoi piatti, del lavoro e, lo spirito di chi ama questa professione, era tangibile. Bravo Chef!
Dopo una dormita incredibile in un letto comodissimo e superspazioso, la colazione non ci ha certo deluse. Elegante, discreta, freschissima e sana. Con qualche chicca in più, come i piccoli bignè alla crema….
Purtroppo ci siamo fermate giusto per la notte e la cena, ma mi riservo di tornare al Miramare The Palace per scoprire meglio tutte le loro proposte. E raccontarvele. In ogni caso: consigliatissimo!
Day 4 – Sanremo/Varigotti/Milano
Come anticipavo, dopo la splendida colazione e un po’ di relax, siamo ripartite. Con in mente una tappa ben precisa: il bellissimo mare di Varigotti. Ultimo tuffo in mare, prima di rientrare a casa.
Ma visto che questo post è stato lunghissimo….. Su Varigotti vi scrivo nel prossimo! Stay tuned!
L'articolo Long week-end: idee e consigli – da Milano alla Provenza e ritorno sembra essere il primo su Chez-Babs.